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A noi laureati piace correre.

A noi laureati piace correre. Corriamo per prendere l’ultimo tram, corriamo per l’ultimo posto a sedere in quella tavola calda in cui il pranzo costa solo 10 euro, corriamo per inseguire luccicanti specchi per le allodole, corriamo per bruciare calorie e rimanere appetibili. Il divertimento? Constatare che per quanto si corra veloci si è sempre, costantemente, in ritardo.

La vita sfreccia davanti ai nostri occhi ed è ben più veloce dei nostri passi. Per quanto ci si affanni si è sempre un passo indietro. A volte penso: ma tutto questo correre consumerà più velocemente il nostro cuore? E se i battiti fossero un numero finito di cui abusiamo ogni giorno? 

Sicuramente questa potrebbe essere una buona scusa per non andare in palestra! Sei mesi di abbonamento a 300 euro, un vero affare! Certo, considerato che sono andata solo 6 volte, ogni lezione mi è costata 50 dannati euro… Se non altro ho risparmiato battiti preziosi! 

Alla fine è solo questione di punti di vista. 

Io odio correre. 

Ho sempre detestato la fatica fisica fine a se stessa. No, non mi convincerete del contrario. Pigra? Può essere. Ma se la pigrizia fosse uno stato mentale, sarei più pigra io che rimugino sull’incessante e assordante ronzio di una mosca, oppure chi corre cercando di annientare il proprio essere senziente?

Esattamente 31 giorni fa mi licenziavo dal mio meraviglioso ruolo di “praticante avvocato”. Se non siete pratici della materia vi aiuto a capire: full time, esiguo rimborso spese, annientamento psicologico. Se siete pratici, invece, saprete bene quanto questa definizione sia riduttiva. 

Il nero abisso del praticantato è paragonabile ad una favola Disney: vi è lieto fine per una sola principessa alla volta. Le altre? Nessuno ricorda le altre. Probabilmente stanno ancora correndo nella speranza di sollevare le chiappe e di attrarre un principe azzurro, andrebbe bene anche il cugino di quarto grado del principe. Mi rivolgo alle femministe, con “principe azzurro” intendo “un’opportunità per risplendere” (qualsiasi essa sia) ed alludo ad un buon posto di lavoro, ad una famiglia, ad una comparsata al Grande Fratello. Sono aperta ad ogni scintillio, non discrimino. 

Corrono indaffarate e colorate nello smog e stringono un sogno a cui probabilmente dovranno rinunciare. 

No, non sono pessimista! 

Sono solo una Noiosa Criticona. 

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